Prima del XX secoloModifica
Nel 1839 Giustino de Jacobis, un sacerdote vincenziano italiano, arrivò come missionario nell’area che oggi è Eritrea e Etiopia settentrionale. Preferì utilizzare il rito liturgico locale nella lingua Ge’ez piuttosto che il rito romano in latino. Attirò un numero considerevole di sacerdoti e laici locali per entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica. Morì nel 1860 a Halai, vicino a Hebo, in quella che oggi è la regione amministrativa meridionale dell’Eritrea.
Nel 1869 l’Italia iniziò ad occupare l’Eritrea e nel 1890 la dichiarò colonia del Regno d’Italia, favorendo l’immigrazione degli italiani. Vista la mutata situazione, il 19 settembre 1894 la Santa Sede istituì la Prefettura Apostolica dell’Eritrea, affidata ai cappuccini italiani, sottraendo così l’Eritrea dal territorio del Vicariato Apostolico di Abissinia dei vincenziani, prevalentemente francesi. L’anno successivo, il governatore della colonia espulse i restanti sacerdoti vincenziani con il sospetto infondato di aver incoraggiato la resistenza armata.
La maggior parte della popolazione locale che divenne cattolica era stata membro della Chiesa copta ortodossa, la cui porzione etiope divenne la Chiesa ortodossa etiope Tewahedo a metà del 20 ° secolo, quando fu concessa il proprio patriarca da Cirillo VI, Papa della Chiesa copta ortodossa di Alessandria. Essi conservarono i riti di quella Chiesa nell’antica lingua liturgica di Ge’ez, dando origine ad una comunità cattolica di rito etiope.
Prima metà del 20 ° centuryEdit
La prefettura apostolica dell’Eritrea, è stata sollevata dalla Santa sede al rango di Vicariato Apostolico (con a capo un vescovo titolare) nel 1911. Inoltre, il 4 luglio 1930 fu istituito un Ordinariato di rito etiopico dell’Eritrea, togliendo quei cattolici dalla giurisdizione del Vicariato ecclesiastico latino, allora molto più grande. Padre Kidanè-Maryam Cassà, che dal 1926 era loro pro-vicario all’interno del Vicariato, fu nominato loro ordinario e il 3 agosto 1930 fu ordinato vescovo titolare di Thibaris nella cappella del Pontificio Collegio Etiope nella Città del Vaticano. A quel tempo contavano meno del 3% della popolazione dell’Eritrea.
La maggiore importanza all’epoca del Vicariato Latino si riflette nell’imponente chiesa dedicata alla Madonna del Rosario che fu completata nel 1923 come sede del Vicariato Apostolico. Anche dopo la scomparsa del Vicariato nel 1995, è ancora chiamata “la cattedrale”.
Associazione con l’etiopiamodifica
All’inizio degli anni quaranta quasi il 28% della popolazione dell’Eritrea italiana, che faceva parte dell’Africa orientale italiana dal 1936, era cattolica; per lo più italiani e della Chiesa latina. C’è stato un forte calo del numero di italiani presenti dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando l’Eritrea era in un primo momento sotto l’amministrazione militare britannica. Il censimento britannico del 1949 ha mostrato che Asmara, la capitale, aveva solo 17.183 italiani su una popolazione totale di 127.579. La partenza degli italiani accelerò ulteriormente quando l’Eritrea passò sotto l’autorità etiope alla fine del 1950. Il rapporto tra il Vicariato latino e l’Ordinariato etiopico è stato così invertito. Il 31 ottobre 1951 l’Ordinariato di Eritrea fu elevato al livello di Esarcato (l’equivalente orientale di un Vicariato) con il nome di Esarcato Apostolico di Asmara, contemporaneamente alla creazione dell’Esarcato Apostolico di Addis Abeba. Il 25 luglio 1959 il nome del Vicariato Latino di Eritrea, che nonostante il numero notevolmente ridotto di fedeli mantenne il suo rango, fu cambiato in Vicariato Apostolico di Asmara. Tuttavia, dopo che il quarto e ultimo vescovo vicario Apostolico di Asmara si è ritirato il 2 giugno 1974, il Vicariato è stato amministrato dal sacerdote cappuccino Luca Milesi, che è diventato vescovo solo quando il Vicariato è stato soppresso nel 1995 ed è stato nominato primo Eparca di Barentu.
il 28 febbraio 1961, la Chiesa Cattolica Etiope è stato istituito come una Metropolitana Chiesa sui iuris, composto da Arcieparchia di Addis Abeba e due sedi suffraganee, una delle quali era quella di Asmara, mentre l’altro è stato appena creato Cattolica Etiope Eparchia di Adigrat (in precedenza la Prefettura Apostolica del Tigray).
Per coincidenza, la guerra d’indipendenza eritrea iniziò più tardi quell’anno e si concluse nel 1991 con una decisiva vittoria eritrea.
indipendenti EritreaEdit
il 21 dicembre 1995, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, parti dell’Eparchia di Asmara è diventato due nuove eparchie, basati rispettivamente a Keren e Barentu. Il ridotto Vicariato Apostolico di Asmara fu abolito. Le uniche giurisdizioni della Chiesa cattolica in Eritrea erano quindi tutte della Chiesa cattolica etiope, rendendo l’Eritrea l’unico paese in cui tutti i cattolici, compresi i membri della Chiesa latina, sono affidati alle cure dei vescovi cattolici orientali.
Il 24 febbraio 2012 Papa Benedetto XVI ha creato una quarta eparchia con sede a Segheneyti e territorio preso dall’allora Eparchia di Asmara.
Il 19 gennaio 2015, sotto Papa Francesco, la Chiesa cattolica eritrea è stata eretta come chiesa metropolitana autonoma sui iuris con Asmara come sede metropolitana e le altre tre eparchie eritree come suffraganee, separandola dalla Chiesa cattolica etiope, la cui sede metropolitana è stata quindi lasciata con solo tre suffraganee.