Esplorare la zona termoneutrale umana-Un approccio dinamico

Ad oggi, la posizione e la forma della zona termoneutrale umana (TNZ) rimangono incerte. Esistono indicazioni che la TNZ individuale potrebbe essere influenzata dall’età, dalla composizione corporea e dal livello di acclimatazione. L’obiettivo del presente studio era quello di esplorare il TNZ metabolico individuale, utilizzando condizioni termiche dinamiche per valutare sia le temperature critiche metaboliche inferiori che superiori (LCT e UCT) e, in secondo luogo, per testare l’effetto dell’acclimatazione passiva del calore mite sul TNZ metabolico umano.

È stato progettato un protocollo dinamico costituito da due condizioni sperimentali: a partire da una condizione termoneutrale (28,8 ± 0,3 °C), la temperatura è gradualmente aumentata a 37,5 ± 0,6 °C durante il riscaldamento (UP) o diminuita a 17,8 ± 0,6 °C durante il raffreddamento (DOWN). Per sei partecipanti, la temperatura è aumentata ulteriormente a 41,6 ± 1,0 °C durante UP. Undici uomini sani (19-31 anni) hanno subito SU e GIÙ due volte, cioè prima e dopo l’acclimatazione passiva del calore lieve (PMHA, 7 giorni a ~33 °C per 6 h/die). Dispendio energetico, temperature corporee e frequenza cardiaca sono stati misurati durante SU e GIÙ.

Mostriamo che l’LCT generalmente assunto di circa 28 °C per una persona media di sesso maschile non corrisponde agli LCT valutati dinamicamente in questo studio, poiché questi erano considerevolmente più bassi nella maggior parte dei casi (23.3 ± 3.2 °C pre-acclimatazione; 23.4 ± 2.0 °C post-acclimatazione). La variazione interindividuale della LCT dinamica è stata evidente (intervallo pre-PMHA: 9,7 °C; post-PMHA: 5,4 °C). Per quanto riguarda la risposta metabolica all’aumento delle temperature, si sono verificati solo aumenti minori o nulli del metabolismo energetico. Il PMHA non ha modificato significativamente il posizionamento degli LCTS, ma ha abbassato il Tcore (pre-PMHA: -0,13 ± 0,13 °C, P = 0,011; post-PMHA: -0,14 ± 0,15 °C, P = 0,026) e ha influenzato la distribuzione della temperatura cutanea.

Il metodo applicato ha permesso la determinazione di singoli LCT dinamici, tuttavia, distinti UCT metabolici non erano evidenti nell’uomo. Per una migliore comprensione dell’UCT umano, gli studi futuri dovrebbero includere intervalli di temperatura personalizzati e anche una misurazione della perdita di calore evaporativo, per consentire un’analisi a due fattori dell’UCT umano metabolico ed evaporativo.

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