La conversione al Cristianesimo dell’Albania ha avuto luogo sotto il “latino” (rito Romano) influenza nel nord, in “greco” (rito Bizantino), nel sud, e il Cristianesimo è stata la prima e la più antica religione monoteista del popolo albanese. Dopo la conquista ottomana del XV secolo, circa due terzi della popolazione accettò l’Islam. Nel 1967, l’Albania governata dai comunisti fu ufficialmente dichiarata stato ateo.
Sebbene il rito liturgico greco fosse usato in molte delle sue chiese, l’Albania fece parte del patriarcato di Roma fino al 731, quando l’imperatore bizantino Leone III, in rappresaglia per l’opposizione di papa Gregorio III alla politica iconoclasta dell’imperatore, annesse l’intero Illirico orientale al patriarcato di Costantinopoli.
I cattolici di Rito romano erano da tempo stabiliti nel nord del paese. Una missione cattolica operò nel sud tra il 1660, quando l’arcivescovo ortodosso si unì alla Chiesa cattolica, al 1765 quando lo sforzo fu abbandonato a causa degli ostacoli posti dai governanti ottomani. Nel 1895 un gruppo di villaggi di Mali Shpati, a sud-est di Elbasan nell’Albania centrale, decise di diventare cattolico e chiese un vescovo di proprio rito, proposta alla quale i rappresentanti consolari di Russia e Montenegro sollevarono obiezioni con le autorità civili. All’incirca nello stesso periodo, sorse un altro gruppo di greco-cattolici, incentrato su un archimandrita, George Germanos, che era un nipote del metropolita ortodosso nel 1900, e concluse un movimento definitivo di unità cattolica formato a Elbasan. I numeri sono cresciuti solo in piccola parte, ma abbastanza per l’Albania meridionale per diventare nel 1939 una giurisdizione ecclesiastica separata sotto la cura di un Amministratore apostolico. Tuttavia, dopo meno di sette anni, l’amministratore fu espulso e il contatto sembrava perso con i fedeli bizantini, che si trovavano sotto il rigido dominio comunista.
Solo nel 1992 è stato possibile nominare un nuovo amministratore apostolico. In un primo momento l’incarico fu affidato al rappresentante diplomatico della Santa Sede a Tirana, l’arcivescovo Ivan Dias, che in seguito divenne Arcivescovo di Mumbai e cardinale. Successore dell’Arcivescovo Dias come Amministratore apostolico dell’Albania meridionale, non come nunzio, è il vescovo francescano di rito bizantino di origine croata Hil Kabashi, nominato nel 1996.
L’amministrazione apostolica dell’Albania meridionale conta 3.200 cattolici in nove parrocchie, con 11 chiese, ed è servita da quattro sacerdoti diocesani e 10 religiosi, 10 religiosi maschi e 97 religiose, che amministrano 10 scuole e 20 istituzioni caritative. La grande maggioranza di questi sono di rito romano.