Concettualismo

Una posizione filosofica sulla natura dell’universo che sostiene, contro il nominalismo, che i termini universali significano concetti universali e, contro il realismo, che i concetti, in quanto tali, non significano nulla di reale, potenzialmente o virtualmente universale al di fuori della mente.

Per william di ockham, che è generalmente chiamato un concettualista, concetti universali corrispondono a nessuna radice ontologica di universalità nelle cose; sono intenzionalità dell’anima, prevedibili degli individui a causa delle somiglianze causate da Dio, ma prive di universalità oggettiva (In 1 frasi 2.9). Il concettualismo di John locke, l’agnosticismo sulla realtà delle essenze è combinato con la convinzione che gli uomini di moda universale, idee generali, astratti dal particolare quelli idealizzata, in una fissità di un significato; tali costrutti mentali corrispondono a nessun obiettivo universalità, ma sono oggetto di universale e conoscenza certa (Saggio sull’intelligenza Umana, 3.3.11). Nel concettualismo idealistico di Immanuel kant, l’universalità e la necessità, richieste per tutte le proposizioni scientifiche della matematica e della fisica, sono categorie a priori della mente che sono imposte ai fenomeni contingenti; questa universalità e necessità concettuale non corrisponde a nulla al di fuori della mente. Per Henri bergson, la realtà in continua evoluzione della durata temporale non può essere rappresentata in alcun concetto universale, ma tali concetti astratti sono utili per indicare atteggiamenti pratici di un conoscitore verso oggetti noti. A differenza del concettualismo introspettivo tradizionale, la versione disposizionale di H. H. Price (1899–) non considera i concetti come entità, o idee occurrent, ma disposizioni di memoria che operano nelle menti senza mai essere presenti alle menti (330-358).

La tradizione realista moderata di San Tommaso aqui nas concorda con il concettualismo che nessuna natura universale esiste come tale al di fuori di qualche mente, divina o creata. Non è d’accordo, tuttavia, con la posizione soggettivista del concettualismo che i concetti universali non hanno alcun fondamento nelle realtà individuali al di fuori della mente. Per il realista moderato, solo gli individui esistono come tali al di fuori della mente. Ma ogni individuo esistente possiede una natura che si manifesta attraverso proprietà e attività caratteristiche. Per il realista moderato, gli individui che manifestano le stesse caratteristiche, generiche o specifiche, sono il vero fondamento per formare concetti universali. Questa base oggettiva giustifica la previsione di un singolo termine intelligibile di molti individui. Nel realismo moderato, anche i concetti analogici presuppongono un fondamento oggettivo nelle cose al di fuori della mente sia per la comprensione che per la predicazione.

Vedi anche: conoscenza, teorie di.

Bibliografia: r. i. aaron, The Theory of Universals (Oxford 1952). h. h. prezzo, Pensiero ed esperienza (Cambridge, Mass.1953). a. a. maurer, Filosofia medievale, v. 2 di Una storia della filosofia, ed. E. h. gilson, 4 v. (New York 1962–). E. h. gilson e t. langan, Filosofia moderna: Cartesio a Kant, ibid., v. 3.

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