La storia di Ouidah

Ouidah, noto anche come Whydah, è una città in Benin costa, ha giocato un ruolo importante nella storia di questa regione ed è stato uno dei porti più attivi in Africa, il commercio di schiavi; ma è anche la capitale mondiale del voodoo, e qui è la più importante voodoo festival il 10 gennaio di ogni anno.

La città fu fondata dal re Kpase del Regno di Whydah verso la fine del XVI secolo.

Le truppe dell’esercito di Whydah di solito si avventuravano in Africa e catturavano migliaia di persone attraverso le guerre tribali, poi le vendevano come schiave agli europei e agli arabi.

Il regno di Whydah fu riconosciuto dai portoghesi che incoronarono ufficialmente re Haffon, ma nel 1722 il regno cadde sotto il dominio del regno di Dahomey, un potente regno che spazzò via i rivali di Whydah, mettendo a ferro e fuoco la città e sostituendoli nella redditizia attività di commercio di schiavi, creando un vero monopolio.

Si ritiene che da Ouidah, nel corso dei secoli, sia partito almeno un milione tra uomini e donne che, ridotti in schiavitù, sono stati venduti e stipati sulle navi al Brasile, e, nello specifico, sono stati portati nella regione di Bahia; questo ha generato il nome di “Costa dello Schiavo” per questa parte di terra.

Gli schiavi venivano venduti agli europei in cambio di vari prodotti, come alcol, armi e cannoni; per esempio 15 uomini, o 21 ragazze, valevano un cannone portoghese.

Dopo essere stati venduti agli europei, gli schiavi furono prima venduti all’asta e successivamente marchiati con il nome del nuovo proprietario, pronti per essere imbarcati sulle navi negre, dove furono accatastati con uomini sdraiati faccia a faccia mentre donne sdraiate sulla schiena.

A Ouidah c’erano edifici fortificati di proprietà di francesi, britannici, olandesi e portoghesi; questi forti servivano a difendere i loro interessi nel traffico e a massacrare i loro schiavi in attesa di portarli all’asta pubblica o di custodirli prima di imbarcarsi.

Di tutti questi forti, l’unico rimasto oggi è il Forte portoghese di São João Baptista de Ajuda, che è stato trasformato nella sede del museo di storia della città; il castello risale al 1721 ed è stato di proprietà del Portogallo fino al 31 luglio 1961.

Ouidah fu anche teatro di un’azione piratesca portata avanti dal famoso pirata gallese Bartholomew Roberts, noto come Black Bart; nel gennaio 1722 alzò la bandiera nera ed entrò nel porto di Ouidah catturando 11 navi impegnate nella tratta degli schiavi nell’ormeggio, di cui 10 furono rilasciate dopo aver pagato un riscatto di otto libbre d’oro, mentre l’undicesimo rifiutò di arrendersi ai pirati e nella notte il pirata Roberts salì a bordo della nave e la diede alle fiamme.

Sulla spiaggia dove gli schiavi si imbarcavano per le Americhe, oggi sorge la Porta del Non Ritorno, un memoriale per non dimenticare i terribili eventi del commercio; su questa spiaggia c’è il festival voodoo ogni gennaio.

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