Questo dipinto, una delle rappresentazioni più note dell’imperatore Napoleone I, fu il secondo ritratto di Napoleone Bonaparte di Ingres. Il giovane e promettente allievo di David, Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867), era uno dei tanti artisti di ricevere una commissione ufficiale di ritrarre Napoleone vestito in uno dei tanti diversi Incoronazione vesti che l’Imperatore indossava durante le “Sacre” a Notre Dame a Parigi nel dicembre del 1804, e il ritratto qui è decisamente più simbolico e stereotipata rappresentazione rispetto alla precedente ritratto che aveva eseguito il Primo Console. Non si sa esattamente chi ha commissionato il lavoro.Una delle ipotesi, da Sébastien Allard, suggerisce che la commissione è giunta da un’istituzione italiana, perché in alto a destra c’è uno scudo con lo stemma dello stato Pontificio sormontato dalla corona d’Italia, consultare il catalogo della mostra “Ritratti Pubblici, Ritratti Privés”, Parigi, Galeries Nationales du Grand Palais, 2006-2007, n.8 Tuttavia, le Corps Législatif acquistato il dipinto il 26 agosto del 1806 e destinata, per la sala di ricevimento del Presidente dell’Assemblea. In questo modo, avrebbe affrontato l’imperatore al suo arrivo per la sessione annuale.
Tutto nel dipinto esprime – iconograficamente – la legittimità di questo nuovo tipo di sovrano, l’Imperatore, come definito dal primo articolo del Senatus-Consulte del 18 maggio 1804. La corona di alloro (simbolo di dominio e di vittoria) e il colore porpora che, in epoca romana, era riservato all’uso imperiale, ricordano l’imperatore Augusto, fondatore dell’Impero Romano. Napoleone porta anche insegne che ricordano un remoto passato carolingio: lo scettro “di Carlo Magno”, che si dice appartenesse all’Imperatore del Sacro Romano Impero, che è a sua volta coronato da una statua in miniatura (forse di Carlo Magno) la cui posa è ripresa da quella di Napoleone. Nella mano sinistra, Napoleone tiene la verga della giustizia, e al suo fianco, porta una spada il cui disegno è stato ispirato dalla leggendaria lama di Carlo Magno,”Joyeuse”. L’immenso trono e le vesti di ermellino sono decorate con api (simbolo dell’Impero e che ricordano la cicala di Childerico), e al collo Napoleone sfoggia l’imponente collana della Légion d’Honneur (ordine istituito due anni prima dal primo console Bonaparte). Un effetto sorprendente e imperdibile della geometria di questi ultimi elementi intorno alla testa di Napoleone è lo straordinario effetto aureola. Questa strategia compositiva, combinata con uno spazio pittorico rappresentato quasi senza profondità, ricorda molto la raffigurazione di Jan van Eyck(circa 1390-1441) del “Dio Padre” in trono nel pannello centrale della sua pala di Gand che era visibile al Musée Napoléon (ora Louvre) quando Ingres dipinse questo ritratto. Quindi, Napoleone di Ingres può essere letto come una figura con un potere quasi divino. Infatti, egli è seduto in posizione simile a quella del dio greco Zeus in una ben nota rappresentazione fatta dallo scultore Fidia nel 435 AC. (da tempo distrutto ma che è sopravvissuto in copie romane e su monete) – con un braccio alzato e l’altro a riposo-una posizione utilizzata in seguito da Ingres, nel suo 1811 pittura del dio romano Giove. L’intero dipinto è reso con meticolosa attenzione ai materiali di lusso, rivelando l’ammirazione di Ingres per artisti rinascimentali come Raffaello.Ingres ha anche incluso un disegno della “Madonna della sedia” di Raffaello come parte dei dettagli decorativi nel tappeto qui in omaggio all’artista precedente.
Il dipinto non incontrò tuttavia l’approvazione del pubblico quando fu presentato al Salon del 1806. Ancora più importante, non piacque a Jean François Léonor Mérimée, l’uomo il cui compito era determinare se l’opera finita fosse adatta all’imperatore.”Dans ces dispositions j’ai été voir le tableau de M. Ingre . J’y ai remarqué des beautés de premier ordre, mais malheureusement de l’ordre de celles qui non sont appréciées que par les artistes et je ne pense pas que ce tableau puisse avoir aucun succès à la cour. Per quanto posso ricordare le caratteristiche dell’Imperatore, che non ho visto per tre anni, il ritratto del signor Ingre non sembra nulla. È comunque una bella idea aver evitato nella sua composizione tutto ciò che poteva ricordare i ritratti dei nostri Sovrani moderni, ma questa idea è stata presa troppo lontano. L’autore adottando il tipo di Immagini di Carlo Magno ha voluto imitare fino allo stile di quel tempo dell’arte. Alcuni artisti che ammirano lo stile semplice e grandioso dei nostri primi pittori lo loderanno per aver osato realizzare un dipinto del 14 ° secolo : les gens du monde le trouveront gothique et barbare” ammirando l’abilità tecnica del pittore, e l’approvazione che Ingres non aveva scelto per rappresentare l’Imperatore alla maniera dei precedenti sovrani, Mérimée sentito che questi riferimenti stilistici per l’arte del passato è andato troppo lontano, chiamando il lavoro “il gotico e il barbaro”, e riteneva che il ritratto non piacere a Corte. Inoltre il volto dell’imperatore non gli assomigliava abbastanza. Il dipinto non fu quindi dato all’Imperatore, ma doveva rimanere nella collezione del Corpo Législatif dal 1806 al 1814, dopo di che fu aggiunto alla collezione dei Musei Reali. Nel 1832, il re Luigi Filippo lo donò all’Hôtel des Invalides, dove rimane ancora oggi.
Ingres ha continuato ad avere una carriera che si estenderà i due Imperi. Nel 1811 fu incaricato di dipingere “Le Songe d’Ossian” per il soffitto della camera da letto di Napoleone al Palazzo del Quirinale. Realizza inoltre diversi ritratti e opere di media scala per i Murati di Napoli. Infatti, è stato senza dubbio per i suoi ritratti e per i suoi nudi (tra cui il bagno turco che era di proprietà del principe Napoleone, Plon Plon) che Ingres è stato più altamente stimato nella sua vita ed è meglio ricordato.
Rebecca Young (gennaio 2017).