André Gide

Middle Years

Gide articolò la sua dottrina della libertà nel 1897 in Les Nourritures terrestres (Frutti della Terra ), un’opera lirica che sosteneva la liberazione attraverso l’edonismo sensuale. L’Immortaliste (1902), un romanzo che traspone molti elementi autobiografici, drammatizza i pericoli della ricerca egoistica di Michel per la libertà e il piacere a costo ultimo della morte alla sua pia moglie, Marceline. In questo, forse il più grande romanzo di Gide, come in varie altre opere, il ritratto dell’eroina virtuosa e devota è stato ispirato da Madeleine.

Concepita contemporaneamente a L’Immortaliste, La Porte étroite (1909; Strait Is the Gate) è una critica alla tendenza opposta dell’eccessiva moderazione e dell’inutile misticismo. Di nuovo modellata su Madeleine, l’eroina, Alissa, rinuncia al suo amore per Jérôme per dedicarsi interamente a Dio e alla vita spirituale. Le ultime pagine del suo diario suggeriscono l’inutilità delle sue auto-smentite di fronte alla solitudine senza Dio. Questo è stato il primo successo di Gide.

Negli anni relativamente sterili tra questi due romanzi, Gide fu cofondatore della Nouvelle revue française. Dopo aver pubblicato nel 1911 un altro lavoro altamente lucido anche se meno autobiografico, Isabelle, Gide era pronto a sfidare il principio dell’ordine nell’arte. Lo ha realizzato in Les Caves du Vatican (1914; The Vatican Swindle), una satira umoristica sul compiacimento borghese, sia esso ortodosso o anticlericale, e sul relativismo e il caso. Il lavoro sfida l’insistenza della psicologia convenzionale su atti motivati. Invece Gide porta all’estremo l’idea di libertà, poiché l’eroe, Lafcadio, uccide un perfetto sconosciuto spingendolo fuori da un treno in movimento. Così Gide ha evoluto la nozione di “atto gratuito”, espressione di libertà assoluta, non premeditata, apparentemente immotivata. Fu senza dubbio influenzato dalla sua lettura di Henri Bergson, Friedrich Nietzsche e Fëdor Dostoevskij.

In La Symphonie pastorale (1919), la libera interpretazione di un pastore delle parole di Cristo per legittimare il suo amore per l’eroina è contrapposta all’adesione ortodossa di suo figlio alle restrizioni di San Paolo. Questo lavoro riflette le crisi religiose di Gide del 1905-1906, che erano state precipitate dai suoi incontri inquietanti con il fervente poeta cattolico, drammaturgo e diplomatico Paul Claudel, e del 1916, dopo la conversione del suo amico Henri Ghéon al cattolicesimo. Quest’ultima crisi fu causata anche dall’inizio della storia d’amore di Gide con Elisabeth van Rysselberghe, che in seguito divenne madre della sua unica figlia, Catherine. Questa crisi religiosa ispirò anche Numquid et tu … ?, che ripercorre lo sforzo di Gide di cercare e trovare la propria verità nei Vangeli.

Gide rischiò la sua reputazione pubblicando Corydon (1924), an apology of homosexuality, e Si le grain ne meurt … (1926; If It Die Die), la sua nota autobiografia che tratta gli anni 1869-1895, il periodo della sua liberazione omosessuale.

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