Forma aperta è un termine coniato da Heinrich Wölfflin nel 1915 per descrivere una caratteristica dell’arte barocca opposta alla “forma chiusa” del Rinascimento (Wölfflin 1915, capitolo 3). Wölfflin offrì provvisoriamente diverse coppie alternative di termini, in particolare “a-tettonico” e “tettonico” (anche libero/rigoroso e irregolare/regolare), ma si stabilirono su aperto/chiuso perché, nonostante la loro indesiderabile ambiguità, fanno una migliore distinzione tra i due stili proprio a causa della loro generalità. In una forma aperta, caratteristica della pittura seicentesca, lo stile “indica ovunque oltre se stesso e guarda volutamente senza limiti”, in contrasto con l’entità autonoma di una forma chiusa, in cui tutto” punta ovunque a se stesso ” (Wölfflin 1950, 124). In generale, le composizioni chiuse del 16 ° secolo sono dominate dalla verticale e dall’orizzontale e dall’opposizione di queste due dimensioni. I pittori del XVII secolo, al contrario, de-sottolineano queste opposizioni in modo che, anche quando sono presenti, perdono la loro forza tettonica. La diagonale, d’altra parte, diventa il principale dispositivo utilizzato per negare o oscurare la rettangolarità dello spazio dell’immagine (Wölfflin 1950, 125-126).
Sebbene il termine si sia verificato per la prima volta solo in questo libro, le basi di questo concetto erano già state articolate da Wölfflin nel 1888, nel suo precedente libro Renaissance und Barock (Kaletha 2004, 121, n79). L’accoppiamento chiuso/aperto era una delle cinque coppie di categorie opposte per contrastare le differenze tra i due periodi. Gli altri erano il lineare e il pittorico, il piano e la profondità, la molteplicità e l’unità, la chiarezza e l’impurità (Podro 2010).
Il concetto fu presto adottato in altri campi. Sebbene secondo Wölfflin l’architettura potesse essere solo tettonica e quindi “chiusa” (Wölfflin 1950, 149), la nozione di apertura trovò la sua strada nella teoria dell’architettura nel 1932, quando Helmuth Plessner tenne una conferenza sull’architettura modernista in Germania in occasione del venticinquesimo anniversario del Deutscher Werkbund (Plessner & 2001).
Il carattere essenzialmente dinamico del mezzo cinematografico era visto come una forma essenzialmente aperta, in contrasto con la forma chiusa di “alambicchi” selezionati dello stesso film, che potevano essere apprezzati per la loro composizione pittorica (Leggi 1945, 142).