Se questo libro brucia, brucia come solo il ghiaccio può bruciare.
– Baudelaire
Le relazioni pericolose (Les Liaisons dangereuses), di Pierre Choderlos de Laclos (1741-1803), fece scalpore quando fu pubblicato nel 1782, appena sette anni prima della rivoluzione francese. Con La Nouvelle Héloïse, è stato il romanzo di maggior successo del XVIII secolo. Ma mentre il romanzo di Rousseau offriva ideali che entusiasmavano i suoi lettori, il lavoro di Laclos aveva una reputazione molto più travagliata. Il suo successo fu in gran parte un succès de scandale, e nel XIX secolo fu condannato in tribunale per immoralità e ufficialmente vietato. Confrontando il mondo di La Nouvelle Héloïse con quello di Les Liaisons dangereuses, e considerando quest’ultimo come una risposta al primo, Peter Gay scrive: “Dove Rousseau è convenzionale, morale ed edificante, Laclos è non convenzionale, immorale e distruttivo. In Rousseau tutti vincono perdendo: il sacrificio della gratificazione porta a una felicità più pura, più esaltata. In Laclos, tutti perdono vincendo: l’insistenza sulla gratificazione porta all’irrequietezza, al senso di essere truffati e alla tragedia.”Sebbene questa citazione implichi in modo fuorviante che la rappresentazione dell’immoralità di Laclos sia essa stessa immorale, evoca molto bene il tenore distintivo del suo romanzo e suggerisce come incarni la disillusione con l’ottimistica fede illuminista nella capacità della sola ragione di creare la felicità umana.
Giochi sessuali
Dangerous Liaisons evoca il fragile mondo dell’aristocrazia francese negli ultimi anni dell’Ancien Régime. È un regno di finzione e doppiezza. Scritto interamente in forma di lettere (una delle convenzioni letterarie dell’epoca), il romanzo è incentrato sui giochi di potere erotici di due libertini, la marchesa de Merteuil e il Vicomte de Valmont. Ex amanti, ora sono partner nel crimine. Per il lettore del XVIII secolo, Valmont era un tipo immaginario (e teatrale) familiare: il rake, il Don Juan. Una donna libertina come Merteuil sarebbe stata una figura molto meno familiare (ma più sorprendente).